mercoledì 13 febbraio 2013

Qui con 21 + 17


Ormai la neve è dentro e attorno a me.
Gli occhi si sono abituati al bianco, al gelido luccichio che ti sveglia la mattina, nonostante fuori sia ancora buio.
Ti svegli e speri di vedere che fuori nevica. Tutto è più leggero, tutto è più silenzioso, tutto è più Mosca.
Sembra che qui non si aspetti altro che la neve e, sinceramente, anche io mi sento meglio quando vedo scendere tanta e poi tanta neve, che mai si ferma.
Brilla, sono piccoli pezzettini di cristallo, cadono leggeri leggeri e ti si appoggiano sul braccio.
L'emozione di poter dire:

"...guarda! Un cristallo di neve!"

Il tuo occhio lo riconosce e la sensazione è subito quella di aver scoperta la cosa più unica e rara che possa esistere.
Le temperatura oscilla tra i meno tanto e i meno tantotanto, però devo dire che è decisamente più vivibile di quanto mi aspettassi.
Prima di partire me lo continuavo a ripetere: se ci vivono 12 milioni di persone, vuoi che una piccola maestrina non ce la possa fare?
La neve ci ha accompagnato in questo periodo per noi maestre e maestri molto impegnativo. Il ritorno dalle vacanze di Natale è sempre una gara all'ultima verifica, all'ultimo voto e all'ultima pagella.
Fogli che vanno e vengono, ardue e continue scelte nel mettere un voto (ovviamente non con la penna rossa), un bambino da giudicare e nello stesso momento da amare e rispettare, e i genitori da affrontare.
E che sarà mai tanti si domanderanno... invece è più difficile di quello che sembra.
Sei tu, maestrina con le lentiggini, davanti ad un foglio scritto, bene o male che sia.
Ti trovi a dover collocare un bambino in una scala numerica, per quanto mi riguarda con poco senso.
Come si può pensare ti catalogare un bambino in una cifra? Di giudicarlo così rigidamente?
Tu sei un 6!
Tu no dai..9!
Tu potevi fare meglio: 7-!
Chi con me è passato dalla porta del "Primo Levi", sezione C anno 1987, ricorderà benissimo i 7- -  -.
Io sono un 7- - -? 
Capperi fosse stato 7- - sarei stata una persona migliore. Almeno - x - fa +.
Ma noi bravi insegnanti, diligenti al nostro capo, stiamo alle sue decisioni e ai continui cambiamenti, dati da mille riforme e mille novità (che in realtà ripetono sempre le stesse cose e tornano sempre a riproporre ciò che era stato tolto prima dall'esercito dell'altra sponda).
E così una brava maestra mette tanti voti in penna rossa, scrive le pagelle, ascolta le critiche di preparatissimi genitori e soprattutto si prepara al concorso.
Una brava maestra dovrebbe pensare a studiare, a crescere, a dare il meglio del meglio per i suoi piccoli, a creare, a fantasticare, a produrre nuove idee, a sedersi a terra, a prendere per mano.
Una brava maestra dovrebbe essere presente in ogni momento fisicamente e mentalmente nella crescita dei suoi alunni.
Una brava maestra non dovrebbe fare la pendolare, su e giù da Mosca.
Ieri mattina mi sarei dovuta presentare a Venezia, munita di doppio dizionario, una penna e tante pagine stampate nella mente.
Invece a causa di un'emergenza neve scioccamente inventata ho dovuto lasciare la mia classe scoperta inutilmente per una settimana.
E così lo sarà ancora fra due settimane, quando la maestra S ancora una volta dovrà prendere l'aereo, perdere ore e ore preziose con i suoi alunni, e raggiungere Venezia (questa volta davvero con una mascherina per restare in tema con la pagliacciata).
Forse il nostro caro ministro non sa quanto può costare un viaggio aereo? 
Forse il nostro caro ministro non sa cosa vuol dire lasciare scoperta una classe per almeno quattro giorni?
Forse il nostro caro ministro non sa cosa vuol dire far arrabbiare una maestra?
Lo venga a chiedere ai miei piccoletti, A. le risponderebbe:

"Se noi monelli, maestra tutta verde!"

Peccato che il verde stoni con quel soffice bianco che c'è fuori.
Ma non importa :),  caro ministro.
Sono riuscita a sconfiggere un grande dolore pochi mesi fa, una male che stava schiacciando la piccola maestra con le lentiggini.
La forza di ripartire me l'hanno data solo loro, quei 21 + 17 piccoletti. Loro mi hanno fatto capire che nella vita è meglio essere soli che male accompagnati e che finchè ci saranno loro con me io sorriderò tutti i giorni.
Non sarà di certo lei, caro ministro, ne tanto meno il freddo e la neve moscovita a togliermi la forza di portare avanti la mia missione, non lo definirei un lavoro.

Quindi domani, mentre lei sarà ancora a letto, io tornerò in classe, più carica che mai, con la valigia ancora chiusa pronta a ripartire il primo marzo.
Il bianco mi sveglierà e io sarò pronta ad andare avanti con quei 21 + 17, più grandi di tanti grandi.

bacini dalla maestra S:)


"Per entrare nel mondo di un bambino (o di un gatto) bisogna almeno sedersi per terra, non disturbare il bambino nelle sue occupazioni e lasciare che si accorga della vostra presenza. Allora sarà lui a prendere contatto con voi."
Bruno Munari, Libri per bambini, in Arte come mestiere



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